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venerdì 28 giugno 2013

Il diario di Lola


Cosa è la libertà? Paura forse e timore. Ma è eccitazione quella che sento. Non è più ansia né il senso di colpa che divorava le farfalle nello stomaco. Mi sono ascoltata e ho affrontato la malattia, un confronto faccia a faccia senza rabbia o rancori.

Ora sono in un giardino circondato da una staccionata verde smeraldo, e io nel mezzo serena, aspetto che i fiori piantati nascano.

Non vivo la vita degli altri e mi spoglio di quel senso di onnipotenza. Ora si, posso pronunciare queste parole: “Sono Felice”, perché la paura che mutila le gambe non è altro che il timore di qualcosa di immenso, forse troppo bello.

Ma sono felice non perché sono circondata da tante persone, sono felice perché ho il coraggio di guardarmi negli occhi e baciarmi.

Ora è tutto chiaro, la fiducia era quello che mi mancava.

 
                                                                                                       Lola

lunedì 17 giugno 2013

Non ho più intenzione di odiare il mio corpo


Sensazioni che sembrano emozioni. Ebbene si anche io posso emozionarmi. Non ho più paura di rischiare o affrontare. Amare stando bene con sé stessi, non lo sento più come un senso di colpa.

Mi avvicino sempre di più alla figura di mia madre, una mamma fittizia che è rimasta nascosta, ma le parole che sussurrava a bassa voce i sembravano imperativi assoluti, che ora si trasformano magicamente in poesia.
La frase della settimana penso sia: “TI VOGLIO BENE”, che “TI VUOI BENE”.
Non ho più intenzione di odiare il mio corpo, non ho più intenzione di mettere in dubbio la mia anima, non ho più intenzione di voler morire!!!


                                                         Il diario di Lola

giovedì 13 giugno 2013

Il mio percorso verso la vita


Avverto, per la prima volta dal giorno del mio ricovero, la necessità di fissare la data che seguirà la mia definitiva immissione nel mondo che avevo lasciato.

Solo un mese fa l’idea di uscire mi terrorizzava: cibo, vecchie conoscenze, alcol, droga. Avrei riavuto tutto nuovamente a portata di mano, liberamente.

Oggi la regola non l’avverto più fuori di me, ma in me. Quei “non si fa”, prima voci esterne, ora li sento miei e quindi meno vulnerabili.

Quei genitori interni hanno più potere, si sono rafforzati senza che me ne accorgessi. Ora sono loro la mia guida mi fido di loro, perché so che desiderano il mio bene. Grazie a loro oggi mi amo di più, questo corpo, ancora da rafforzare, non mi appare più come una catapecchia, ma come una bella villetta in costruzione.

Sto scegliendo con pazienza tutto l’occorrente affinchè la mia casa diventi un’accogliente villetta con tanto di giardino.

Non ho fretta di uscire, ma sono convinta della necessità di stabilire dei termini concreti che scandiscano quel che mi resta di questo magnifico percorso.

                                                          Il diario di Poppy