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lunedì 29 aprile 2013

Schizofrenia


Il premio Nobel John Nash
ha sofferto di schizofrenia
 Il termine schizofrenia (dal greco: scissione della mente) denota un gruppo di disturbi mentali gravi di natura psicotica, clinicamente eterogenei, ma che hanno in comune il nucleo psicopatologico primario: la scissione dei processi associativi per cui le funzioni psichiche operano indipendentemente fino alla disgregazione completa della vita mentale; la scissione, la dissociazione, la “spaccatura” della vita psichica sono il nucleo essenziale del processo schizofrenico. Dal punto di vista clinico esistono diverse forme di schizofrenia, con espressività, sintomatologia, decorso e risposta al trattamento abbastanza diversificate: tipo paranoide, tipo disorganizzato, tipo catatonico, tipo indifferenziato, tipo residuo. 
Esiste un comune nucleo psicopatologico nelle varie forme di psicosi schizofreniche che possiamo descrivere partendo dal concetto bleuleriano di “scissione”: la scissione psichica si manifesta come disgregazione di identità, dissociazione tra i processi di pensiero, dissociazione tra pensiero ed affettività e dissociazione tra pensiero, affettività e volizione. La schizofrenia comporta: un’alterazione dell’identità dell’io, che è possibile individuare come confusione o perdita di coesione del Sé nel tempo e nello spazio, ed una confusione o perdita dei confini tra il mondo interno ed esterno; un disturbo dei processi di pensiero che si manifesta con difficoltà a costruire pensieri secondo la “logica aristotelica” ed ad aderire ai contenuti di pensiero di base condivisi dal proprio milieu culturale e sociale; un’incoerenza affettiva secondo i criteri del buon senso comune. I sintomi schizofrenici appaiono come le manifestazioni psichiche e comportamentali che direttamente esprimono i tentativi di compensare queste gravi e profonde alterazioni psichiche. 
 Da un punto di vista clinico-descrittivo i sintomi schizofrenici possono essere divisi sulla base delle loro caratteristiche in: sintomi positivi (deliri, allucinazioni); sintomi negativi (alogia, appiattimento affettivo, apatia, avolizione, anedonia, ritiro sociale); sintomi di tipo disorganizzato (disturbi formali del pensiero, comportamenti bizzarri, incongruità affettiva); sintomi catatonici, che appartengono sia al corredo sintomatologico negativo che a quello disorganizzato, sono manifestazioni in cui emerge un grave disturbo della volizione che appare dissociata dalle altre funzioni psichiche (manierismo, stupor catatonico,catalessia, catatonia, negativismo). 
                                                                              dott.ssa Angela De Marco

2 commenti:

  1. curiosos notare come, sulla base di quanto teorizzato dallo psichiatra Eugen di Bleuler, si possa giungere alla conclusione che negli artisti ed in genere negli individui creativi esista un modello di pensiero di tipo schizofrenico, senza tuttavia le manifestazioni di angoscia e dissociazione tipiche della malattia. Più specificatamente Albert Rothenberg identificò in tali individui la tendenza al pensiero "allusivo", inteso come capacità di unire in un unico concetto contenuti distanti per qualsiasi individuo "normale", senza essere disturbati dalle contraddizioni.
    http://www.artonweb.it/nonsoloarte/artecreatfollia/articolo1.htm

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