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martedì 29 ottobre 2013

Note a margine

Le attività riabilitative dei laboratori e l’importanza del lavoro in gruppo


Le attività che si svolgono in gruppo in questo reparto costruiscono uno spazio e un tempo molto speciali, una ‘zona franca’ dove la socialità diventa possibile. Questa situazione viene da subito percepita dai nostri ospiti e lo stare insieme acquista uno spessore diverso dal tempo speso, seppure insieme, in altri momenti della degenza. 
All’interno dei laboratori non si ‘’insegna’’ e non si ‘’educa’’ nei termini in cui convenzionalmente si usano e si intendono questi concetti. In virtù della propria formazione, l’operatore che conduce l’attività di gruppo affronta in un rapporto diretto la realtà dei degenti e fa sì che il gruppo non diventi un mero contenitore, uno sfogo di angosce o il teatro di una socialità vuota per passare il tempo. Il laboratorio e soprattutto il gruppo di lavoro creano uno spazio-tempo circoscritto ma non chiuso, sufficientemente protetto ma non oppressivo, in cui lo stare insieme (oltre al ‘’fare’’) permette di ritrovare i propri confini e le proprie differenze. Il clima che si sviluppa permette di coinvolgere i singoli degenti per creare connessioni e sottolineare l’importanza della condivisione fra loro. Gli obiettivi che si individuano in questa ottica e in questo metodo di lavoro sono quelli di tener conto della specificità di ogni singolo, aumentare o creare in lui un senso di consapevolezza, coinvolgerlo nel processo terapeutico-riabilitativo preparandolo alla prosecuzione del proprio percorso di vita successivo alla degenza.
L’elemento ‘gruppo’ nei laboratori, inoltre, consente di incidere sul senso di isolamento poiché aiuta ognuno a condividere qualcosa con gli altri, anche semplicemente uno spazio fisico, contribuendo ad alleviare i timori e il senso di spaesamento provocati da una degenza che, inevitabilmente, determina sempre una difficile separazione dal proprio ambiente familiare.
Se attraversando il reparto psichiatrico si avesse dunque la curiosità di affacciarsi alla stanza dei laboratori riabilitativi, ci si troverebbe davanti a un mondo sempre diverso e ricco, e dietro ogni attività si scoprirebbe l’importanza che un gruppo ha ogni giorno nel nostro lavoro al fianco dei nostri degenti.

Carla Renieri, Educatore Prof.le

lunedì 28 ottobre 2013

Laboratorio di scrittura creativa

"Due detenuti, che occupano celle attigue, comunicano fra loro battendo sul muro. il muro è la cosa che li separa ma anche il loro mezzo di comunicazione".
Esistono alleanze importanti, e a volte ciò che ci divide è anche ciò che ci unisce. Scriviamo una lettera a chi sta dall'altra parte del muro cercando di creare un collegamento più diretto, facendo passare parole nel buco della barriera che c'è tra noi e "l'altro" per consentirci così uno scambio più intimo...
Proviamo anche a disegnare questo muro: come ce lo immaginiamo? come è fatto il foro che si può scavare nel muro che divide due celle?




Amico mio, il mio muro, impenetrabile, dal quale vorrei ricavare un foro, non è costituito da alcun materiale, poichè è dentro di me, ed è fatto del dolore per la difficoltà per la comunicazione e la trasmissione del mio amore verso mia figlia, affetta da una malattia a causa della quale non si esprime verbalmente. Ma forse il muro non esiste, perché lasciandomi trasportare dal cuore e dalle emozioni potrei dirle quanto papà la ama.

Ciao,
sto in cella da tanti anni e da anni tu sei dall'altra parte e non lo sai di questa mia situazione. Comunque come vedi c'è una parte di muro veramente aguzza  attraverso cui io non posso passare e nemmeno tu, ma su di un lato c'è un altro muro che è quasi franato per mia volontà, per farti passare... per sentirti, vederti, parlarti, raccontarti... ma ancora, anche se sono davvero tanti gli anni di questa ''chiusura'', tutto questo non è stato possibile. E così, tu non attraversi per venirmi incontro ed io non sono così pronta per aprirti. Forse dovrà passare altro tempo prima di abbattere completamente questo muro - in fondo inutile - che a volte mi fa male, a volte mi fa rabbia, a volte mi resta indifferente.

Ciao... e al prossimo ''passaggio''.




Ciao F., finalmente possimo comunicare da questo buco nella parete, potendo così raccontarci meglio di noi i nostri sogni, i tormenti e le paure. Oggi è stata una giornata come le altre, passata nel letto tra il dormiveglia e il guardare la luce e gli alberi dalla finestra. Chissà se ci potremo vedere una volta passato tutto questo tempo, ognuno nel suo isolamento. Ti mando un abbraccio aspettando la tua lettera di risposta.






Due persone. Un muro. Parlandosi da soli.
Caro amico, compare di cella, ti scrivo per chiederti come stai. Io mi trovo bene qui... e tu? Vorrei tanto uscire presto... Sono contento comunque di poterti finalmente scrivere... Ciao. Arrivederci!

NON SI BUTTA VIA NULLA...

DA SEMPLICI CAPSULE DEL CAFFE' SIAMO RIUSCITI A REALIZZARE FANTASTICHE COLLANE ED ORECCHINI....


lunedì 21 ottobre 2013

LE PENNE DI LIA...

Tutte le settimane la nostra Lia armata di canne variopinte di vetro di Murano, plasma con le sue mani e quelle dei pazienti delle meravigliose penne.
E' un lavoro di precisione e di concentrazione che permette al paziente di creare da un semplice bastoncino di vetro una vera e propria penna realizzata totalmente da loro.
E' un laboratorio di gruppo che, oltre a sviluppare le risorse manuali del paziente, favorisce le relazioni interpersonali.

OGGI TECNICHE DI RILASSAMENTO CON I RIABILITATORI PSICHIATRICI: IL TRAINING AUTOGENO!!!


Training significa “allenamento” e Autogeno “che si genera da sé”. 
Questa tecnica agisce sui disturbi d' ansia , attraverso questa, la persona raggiunge uno stato di completo relax e di cosciente passività con la quale riesce a liberare la mente dalle normali ansie quotidiane.
Il training autogeno è un allenamento che andrebbe fatto quotidianamente dal paziente sviluppando spontaneamente modificazioni psichiche e somatiche che si contrappongono agli stati di tensione, di ansia e di stress.
ABBIAMO FATTO ACCOMODARE I PAZIENTI IN UNA STANZA CON LUCE SOFFUSA, AFFINCHE' SI RAGGIUNGESSE UN LIVELLO DI ASSOLUTA TRANQUILLITA'.
INSERITO IL CD DI TRAINING AUTOGENO SI E' DATO INIZIO AGLI ESERCIZI DI RILASSAMENTO.
TUTTI I PARTECIPANTI ALLA FINE DELLA SEDUTA HANNO ESPRESSO UN PIACEVOLE STATO DI BENESSERE PSICOFISICO.

giovedì 17 ottobre 2013

’Tu cosa senti se ti dico…?’’ Esempi di un’educativa di gruppo

Pensare ai sentimenti che proviamo o abbiamo provato in diverse situazioni ci fa spesso arrivare a dire ‘’Io sono…’’ oppure ‘’Io non sono…’’, ma siamo davvero così sicuri di saper riconoscere il sentimento che si può nascondere dietro un’espressione non affermativa? Prendendo in considerazione il fatto che spesso una espressione che inizia con un ‘’Non sono…’’ serve a nascondere il disagio che il suo contrario può generare, abbiamo provato a confrontarci fra di noi per capire nel profondo in quale delle due modalità, affermativa o non affermativa, ci sentissimo più autentici.



Siamo rimasti stupiti di dover ammettere che un ‘’Io non sono malleabile’’ o ‘’Io non sono più capace di sentire sentimenti’’ o ancora ‘’Io non sono razzista’’, se trasformata in un’affermazione, non sia poi così lontana dalle nostre realtà più intime.

Lo stesso compito lo abbiamo affrontato mettendo a confronto altre due parole: il ‘’volere’’ e il ‘’dovere’’. Siamo sicuri di saper distinguere la differenza, apparentemente evidente, di questi due termini? Quello che abbiamo capito dopo una lunga condivisione di gruppo è che a volte ci sentiamo in dovere di fare alcune cose senza averne desiderio e che spesso il farle corrisponde a richieste esterne. Abbiamo iniziato con lo scrivere una lista di ‘’Io devo…’’, pensando a tutte quelle circostanze in cui ci siamo sentiti in dovere di agire in un certo modo. Successivamente abbiamo sostituito ogni ‘devo’ con ‘voglio’… Così ad esempio un ‘’Io devo star calmo’’ è diventato un ‘’Io voglio star calmo’’; un ‘’Io devo riprendere la mia vita’’ è diventato ‘’Io voglio riprendere la mia vita’’, ‘’Io devo amare mio figlio anche se lui sembra non volermene più’’ è diventato ‘’Io voglio amare mio figlio anche se lui sembra non volermene più’’, e così via.



Cosa è emerso? Che è molto importante per ognuno saper riconoscere davvero quei ‘’devo’’ come propri e saperli distinguere da quelli che possiamo aver interiorizzato attraverso dei condizionamenti esterni.

venerdì 4 ottobre 2013

Laboratorio di Giardinaggio: Canna Fiorifera Rossa

Oggi le ragazze del DCA hanno iniziato il laboratorio di giardinaggio! abbiamo piantato i germogli di Canna Fiorifera Rossa.

La Canna  Fiorifera Rossa è una deliziosa pianta molto apprezzata per le sue grandi foglie e per le fioriture generose e colorate.

E adesso non ci rimane che aspettare pazientemente la fioritura...

Le ragazze scriveranno un calendario per ricordarsi i giorni di innaffiatura e impareranno a prendersi cura del loro giardino...






martedì 1 ottobre 2013

Ricominciare...

Un nuovo Laboratorio di Scrittura Creativa
Parole, preposizioni, aggettivi... molti elementi che si uniscono insieme al verbo... "ricominciare".

Quali idee, pensieri e ricordi affiorano in noi?
Ecco alcuni esempi di quanto nasce e si sviluppa nella mente ogni volta che un gruppo è invitato a ritrovarsi per ricominciare...



Ricominciare a studiare, rcominciare con l'aiuto che ho ad affrontare tante cose. Oggi ricomincio a stare molto meglio. Con noia non faccio nulla, ho sempre interessi e sempre ricomincio. Finalmente mi sento viva e questo è un enorme ricominciare. Quando tutto è cambiato sono stata meglio e ho ricominciato. Con entusiasmo faccio e penso tutto ricominciando in positivo. Da adesso in poi voglio andare sempre meglio in tutti i campi della mia vita e ricominciare in tutto. Per adesso sono contenta di me stessa e quotidianamente ricomincio. Domani ricomincerò a studiare per un futuro migliore. Ricomincio ad avere buoni rapporti con gli altri. Qui ricomincio a mettere in moto il mio cervello. Quando qualcosa è cambiato ho ricominciato con positività. Quando ho perso le amicizie, con rimpianto... sono andata avanti. Di nuovo mi sono ritrovata a ricominciare un mio percorso lasciato e ne sono contenta e poi dopo aver fatto degli errori ho ricominciato per recuperarli. Ancora una volta ho ricominciato a lavorare su di me.




Ricominciare a fumare... 
Ricominciare con la scrittura creativa. 
Oggi ricomincio a parlare con mio padre. 
Con noia sono ricominciati i ricoveri nella mia vita.
Non ho minimamente pensato a ricominciare una dieta in questo periodo.
Quando tutto è cambiato ho ricominciato ad uscire dalla fase di delirio.
Con entusiasmo ho ricominciato a parlare con mio padre.
''Quando qualcosa è cambiato'' quello è il momento di ricominciare!
Con rimpianto ricomincio a stare fra le maglie della giustizia.
Quando nulla è cambiato c'è poco da ricominciare.
Ancora una volta ho ricominciato a fumare.



Ricominciare.
Ricominciamo a vivere.
Ricominciamo con le tradizioni degli avi, oggi ancora valide.
Ricominciamo; CON NOIA NO! MA FINALMENTE CON GIOIA.
Ricominciamo quando tutto è cambiato in noi.
Con entusiasmo ricominciamo da un nuovo pensiero per affrontare, domani, il passato con il piacere di finire qui il dolore antico.
Quando qualcosa è cambiato senza rimpianto, ma con gioia. Di nuovo in ballo con la vita!
E poi ricominciare...
Quando nulla è cambiato dentro e fuori di noi, ancora una volta ricominciare dall'antico al nuovo 
e dal nuovo all'antico.

Laboratorio di Disegno: il bosco

Il bosco: questo è il tema che ha ispirato oggi il nostro Laboratorio di Disegno, supportato da uno dei nostri ospiti.

"Percorri assorta 
questo lungo sentiero 
ma non aspetti 
risa di folletti 
come facevi 
quando eri bambina, 
oggi vuoi solo 
che questo silenzio 
ti avvolga tutta 
e ti accompagni piano"