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martedì 21 maggio 2013

Riso fa buon sangue... ovvero quando l'umorismo diventa terapia

Alberto Sordi
Lo studio dell’umorismo ha radici lontane ma è solo dall’inizio del ventesimo secolo che il tema è stato affrontato anche sul piano psicologico. Prima di allora l’antropologia e la filosofia hanno tentato di definire questa particolare espressione propria dell’uomo.
Nel 1905 Freud pubblica lo scritto Il motto di spirito dove viene esaminato il sottile e complesso meccanismo dell’umorismo. Così come i sogni e i lapsus, il motto di spirito viene considerato un’espressione dell’inconscio, dove analogia, spostamento, condensazione, metafora etc., agiscono per conto del processo secondario. Il motto di spirito quindi ha lo scopo di provocare una liberazione, o scarica, di contenuti inconsci. Il meccanismo di fondo della battuta di spirito sembra procedere su due livelli. L’autore della battuta, sotto la spinta di pulsioni inconsce, traduce il linguaggio tipico del processo primario in linguaggio verbale cosciente. Chi ascolta la battuta di spirito effettua invece un processo inverso di decodifica; da processo verbale (conscio) viene ritradotto in linguaggio inconscio. Il criterio quindi è analogo al lavoro onirico di trasformazione del sogno da latente (inconscio) a manifesto (conscio).

Stanlio e Ollio
Annoverato fra i meccanismi di difesa psichici di livello evoluto ed adattivo, l’umorismo rappresenta anche un modo di far fronte a fonti di stress. Enfatizzando gli aspetti divertenti o ironici del conflitto, l’umorismo tende ad alleviare la tensione emotiva interna e permette la piena espressione simbolica di affetti e desideri.
Non solamente al livello psicologico ma anche su piano biologico è stato dimostrato l’effetto benefico del sorriso; ridere ha una funzione di depurare l’organismo da anidride carbonica, ha effetti benefici sulle funzioni intestinali ed epatiche. Inoltre calma il dolore e contribuisce a rilassarsi. Infine possiede proprietà antidepressive.

 
Totò e Peppino: La banda degli onesti, 1956

A metà degli anni ’80 in America nascono diverse terapie del sorriso, i primi ad occuparsene sono stati Michael Crhristensen e
Paul Binder che nel ’86 fondano “The Clown Care Unit”. In Europa alla fine degli anni ’90 gli ospedali francesi e svizzeri accolgono per primi questo tipo di terapia; ricorderete il celebre film in cui Robbie Williams, prendendo spunto da un noto medico della West Virginia, interpreta Hunter “Patch” Adams dove con l’aiuto di alcuni amici fonda l’istituto Gesundheit.

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