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giovedì 6 giugno 2013

L'Io e i meccanismi di difesa

Lo studio sistematico dei meccanismi di difesa risale al 1936 quando Anna Freud, minore dei sei figli di Sigmund Freud, pubblica "L'IO e i suoi meccanismi di difesa", dove vengono ripresi ed ampliati alcuni concetti teorici definiti dal padre. Ella distingue e riconosce dieci meccanismi difensivi attraverso i quali l'IO si protegge da eccessive richieste libidiche o da esperienze di pulsioni troppo intense. Nel suo libro scrive: "[quest'opera] ...si occupa dei modi e dei mezzi con i quali l'IO respinge il dispiacere e l'angoscia, ed esercita un controllo sul comportamento impulsivo, sugli affetti e sui moti pulsionali".

Anna Freud

Anna Freud insieme al padre Sigmund
A. Freud ha contribuito a quel viraggio che sposta l'attenzione della psicoanalisi dall' ES alle funzioni dell' IO e darà inizio alla cosidetta psicologia dell' IO (Hartmann, Kris, Loewenstein, Rapaport). L'attenzione viene progressivamente posta quindi sulle capacità dell' IO di far fronte a conflitti interni ed esterni.
La comprensione dei meccanismi di difesa diventa dunque di basilare importanza per determinare l'organizzazione evolutiva della personalità e le capacità di adattamento alla realtà. Vengono individuati così meccanismi di difesa tipici della nevrosi, dei disturbi di personalità (organizzati a livello bordeline) e delle psicosi.

Prossimamente pubblicheremo alcuni post relativi a questo tema per meglio comprendere l'impatto che ha avuto tale argomento sulla pratica clinica e sulla teoria psicoanalitica.

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